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EUR/CHF in attesa della BNS
Pubblicato il 11 December 2024
Tempo di lettura < 12 min.

EUR/CHF in attesa della BNS

A una settimana dalla riunione della Banca Nazionale Svizzera (BNS), molti analisti avevano ipotizzato un crollo delle borse europee in seguito alla crisi politica in Francia. Si temeva un indebolimento dell’euro rispetto al dollaro, considerando l’importanza della seconda economia della zona euro per il blocco europeo. Sorprendentemente, tuttavia, il cambio EUR/CHF è rimasto stabile.

Un weekend tra mercati e tradizioni

Non aspettatevi un clima mite questo fine settimana. Dopo aver effettuato il cambio dei vostri franchi svizzeri in euro o altre valute necessarie per il periodo natalizio, potrete visitare i mercatini di Natale, magari con un ombrello a portata di mano. Per i più avventurosi, le celebrazioni ginevrine dell’Escalade offrono un’interessante occasione per immergersi nel folklore locale.

 

Mercati finanziari: una fiducia inaspettata

Gli investitori mal tollerano l’incertezza e l’instabilità. Tuttavia, la fiducia sembra essere rimasta intatta, come dimostrano le performance dei mercati dopo la mozione di sfiducia e le dimissioni del governo francese. La Francia ha mantenuto il rating AA- di Standard & Poor’s, e l’ottimismo continua a dominare.

 

L’euro supera i timori più cupi

 

Nonostante i timori degli analisti, il cambio EUR/CHF ha dimostrato una sorprendente resilienza, mantenendosi stabile. Dopo l’elezione di Donald Trump il 6 novembre, il tasso ha registrato un calo graduale e contenuto, senza generare una crisi di fiducia tra gli investitori. Questo equilibrio ha evitato un intervento della BNS sui mercati valutari.

 

Un cambio sostenuto dalle esportazioni

Sebbene l’EUR/CHF si collochi su livelli storicamente bassi, molte aziende esportatrici hanno coperto le loro posizioni in euro, contribuendo a stabilizzare il tasso di cambio. Nel frattempo, il dollaro americano continua a rafforzarsi, alimentato da mercati azionari che attirano capitali in misura superiore alla reale rappresentatività economica degli Stati Uniti.

 

Dollaro: un mondo ancora unipolare

Mentre i BRICS+, guidati dalla Russia, cercano di creare un’alternativa al dollaro, il presidente Trump ha minacciato sanzioni del 100% contro i paesi che adottassero una nuova valuta di scambio. La finanza globale, per ora, resta unipolare, con flussi di capitali che continuano a convergere verso gli Stati Uniti. Le borse americane generano profitti consistenti e dividendi elevati, rafforzando il dollaro, che rimane insensibile agli aumenti dell’offerta monetaria da parte del Tesoro.

 

Una crisi inaspettata in Corea del Sud

Altrove, la Corea del Sud ha vissuto una settimana drammatica. Il won sudcoreano ha perso il 9% in una notte dopo la proclamazione della legge marziale da parte del presidente. Questo ha generato una crisi politica e istituzionale senza precedenti. Sebbene la valuta si sia parzialmente ripresa, continua a perdere terreno rispetto al franco svizzero e al dollaro. È la prima volta in 50 anni che la legge marziale viene dichiarata in Corea del Sud, ufficialmente per affrontare presunte minacce dalla Corea del Nord.

 

In attesa della decisione della BNS

Il franco svizzero si è mantenuto stabile questa settimana, mentre i mercati attendono con ansia la riunione della BNS prevista a Berna. È probabile che la Banca decida di ridurre i tassi di interesse dall’attuale livello dell’1% a 0,75%, poiché l’inflazione, sebbene leggermente in aumento (dallo 0,6% allo 0,7% a novembre), rimane sotto controllo. Una mossa del genere potrebbe indebolire il franco rispetto a euro e dollaro, rendendolo meno attraente per gli investitori. Tuttavia, è necessaria cautela per evitare effetti indesiderati, soprattutto nelle operazioni di carry trade.

La settimana dell’EUR/CHF

 

EUR/CHF: oscillazioni di mercato in attesa delle banche centrali

Questa settimana, l’andamento della coppia valutaria EUR/CHF ha ricordato le letture di un sismografo: l’euro è rimasto sorprendentemente stabile, nonostante l’indebolimento degli indici di attività economica e la crisi politica in Francia culminata con le dimissioni del governo. L’indice PMI composito HCOB per la Francia, sceso a 48,3, ha segnato la contrazione più marcata dell’anno per il settore privato europeo.

L’EUR/CHF si è mantenuto intorno al livello di 0,9300 per la seconda settimana consecutiva, dopo un picco a 0,9250 registrato il 22 novembre. Tuttavia, la tendenza generale rimane ribassista. I mercati osservano con trepidazione le prossime riunioni delle banche centrali. La coppia EUR/CHF ha toccato un massimo di 0,9287 ieri notte e un picco settimanale di 0,9322.

Al momento della stesura di questo articolo, il cambio si attesta a 0,9288 sui mercati interbancari. Tuttavia, la prossima settimana potrebbe riservare nuove sorprese.

USD/CHF: il dollaro sotto pressione

L’indice del dollaro (DXY), spesso considerato un barometro della salute economica degli Stati Uniti, continua a rafforzarsi contro un paniere di sei valute principali. Tuttavia, i dati economici americani, pur evidenziando una crescita, sono stati leggermente inferiori alle attese. Indicatori come l’occupazione e i servizi hanno segnato massimi triennali, ma rimangono sotto le aspettative.

Dopo aver superato una resistenza a 0,8890, il dollaro si è indebolito di 100 punti base contro il franco svizzero, influenzato dai recenti dati macroeconomici. Anche l’euro e la sterlina hanno guadagnato terreno contro il biglietto verde, mentre lo yen giapponese e il won sudcoreano hanno subito cali significativi.

Attualmente, il cambio USD/CHF è sceso a 0,8777, ma ulteriori variazioni potrebbero essere determinate dalle decisioni della Federal Reserve e della Banca Nazionale Svizzera (BNS) nelle prossime settimane.

 

Mercati principali e rally di fine anno

Le dichiarazioni di Jerome Powell e Christine Lagarde hanno fornito ai trader l’opportunità di anticipare le loro mosse, in base alle previsioni sulle politiche monetarie. La BNS, fedele alla sua tradizionale riservatezza, rimane al centro delle attese.

Novembre è stato un mese positivo per le borse americane, grazie all’afflusso di capitali dopo l’elezione di Donald Trump. L’indice Dow Jones ha registrato un aumento del 7,4%, mentre i mercati europei, rallentati dai problemi dell’industria tedesca e dalla crisi politica francese, sono rimasti indietro.

La Francia, nonostante la caduta del governo Barnier, ha evitato il declassamento del suo rating AA- da parte delle agenzie di rating. Tuttavia, il Paese affronta il rischio di tassi di interesse più alti, simili a quelli della Grecia, qualora non riesca a stabilizzare il proprio bilancio.

Oggi, i mercati europei sono per lo più positivi, con il CAC40 in crescita per la quinta sessione consecutiva, in controtendenza rispetto alle previsioni più pessimistiche. Gli investitori confidano nella formazione di un nuovo governo capace di evitare gravi ripercussioni sul tessuto socio-economico del Paese.

Il tradizionale rally di fine anno sembra confermato: dicembre, storicamente, registra un aumento dei prezzi azionari nel 72% dei casi. Tuttavia, gennaio potrebbe essere più complesso, a causa delle barriere doganali e della crescente inflazione negli Stati Uniti.

 

Le implicazioni per l’EUR/CHF

La coppia EUR/CHF rifletterà le conseguenze di questi sviluppi, tra movimenti geopolitici e bilanci di fine anno delle grandi aziende. Lo scorso anno, un trend simile durante le festività aveva portato il tasso vicino ai minimi storici, spingendo una corsa alla conversione in euro e altre valute. Successivamente, l’EUR/CHF si era rafforzato oltre la parità nei primi mesi dell’anno nuovo.

In Asia, una lieve ripresa delle esportazioni cinesi ha sostenuto i mercati, grazie a buoni indicatori economici nonostante l’assenza di nuovi stimoli fiscali.

Negli Stati Uniti, i dati sull’occupazione attesi alle 14:30 potrebbero influenzare le prossime decisioni della Federal Reserve. Intanto, il rendimento del titolo decennale americano è sceso al 4,17%.

 

Le prossime settimane saranno cruciali per i mercati valutari. Le decisioni della BNS e della BCE il 12 dicembre avranno ripercussioni significative, confermando o stravolgendo le attuali aspettative degli investitori.

SMI: Andamento settimanale delle borse e delle materie prime

Swiss Re: impatti delle catastrofi naturali

Il gigante della riassicurazione Swiss Re ha registrato un totale di 134 miliardi di franchi svizzeri di richieste di risarcimento nel 2023, rispetto ai 115 miliardi dell'anno scorso. Di questi, 125 miliardi sono stati causati da catastrofi naturali, un trend in aumento negli ultimi cinque anni. Eventi come le inondazioni in Spagna, in altre regioni d’Europa e negli Emirati Arabi Uniti hanno contribuito per 12,5 miliardi a questo bilancio. Nonostante ciò, il titolo Swiss Re ha registrato una crescita, passando da 95 a 132 franchi svizzeri dall'inizio dell'anno.

Holcim si riorganizza in Nord America

Il gruppo Holcim ha annunciato la separazione della sua filiale nordamericana per proteggerla dalle misure restrittive che saranno introdotte dal nuovo governo statunitense a partire da maggio 2024. La società adotterà normative locali, salvaguardando le sue operazioni in un mercato strategico.

Performance dell'SMI

L'indice SMI si è attestato questa settimana a 11.778 punti, segnando una scarsa variazione. Tra i titoli, spicca solo il gioielliere Financière Richemont, che ha visto un aumento del prezzo delle azioni del 6,5% rispetto alla scorsa settimana.

 

Mercati petroliferi: accordo dell’OPEC+

I paesi produttori e esportatori di petrolio hanno raggiunto un accordo per prolungare la riduzione della produzione giornaliera di 2,2 milioni di barili per i prossimi tre mesi. Questa decisione ha inizialmente spinto il prezzo del petrolio a 74 dollari al barile, prima di scendere nuovamente a 71 dollari.

Nonostante la capacità produttiva limitata dell’OPEC+, il prezzo del greggio è influenzato dalla massima produzione nordamericana, che comprime ulteriormente i margini. Per i consumatori che non hanno ancora scelto l’elettrico, questa situazione rappresenta un vantaggio.

L’Arabia Saudita ha necessità di mantenere un petrolio redditizio per finanziare il progetto “Vision 2030”, mentre la Russia sfrutta le sue riserve per sostenere le spese della guerra in Europa.

 

Oro: un bene rifugio sempre attuale

Acquistare o vendere oro a Ginevra richiede attenzione: i prezzi variano sensibilmente tra gli operatori. Questa settimana, l’oncia d’oro si è mantenuta stabile a 2.640 dollari, mentre il chilo di metallo prezioso ha raggiunto 66.360 sterline a Londra, equivalenti a 74.350 franchi svizzeri.

Sul mercato delle monete, il Vreneli e il Napoleone hanno visto un aumento del 3%, attestandosi a 432 franchi svizzeri. Tuttavia, l’oro ha perso il confronto con il “digital gold”, rappresentato dal bitcoin.

 

Bitcoin e criptovalute: nuovi record

Il bitcoin ha superato il traguardo psicologico dei 100.000 dollari, continuando la sua corsa fino a 103.700 dollari. Al cambio attuale, questo valore corrisponde a 91.130 franchi svizzeri.

Gli investitori più avveduti hanno realizzato profitti, riportando il prezzo a 97.950 dollari. Questa volatilità sottolinea l’incertezza di un mercato che guarda con attenzione al 20 gennaio, data che potrebbe segnare nuovi sviluppi per le criptovalute.

Lieve aumento della disoccupazione in Svizzera

Nonostante la solidità dell’economia svizzera, il tasso di disoccupazione è leggermente salito a novembre, raggiungendo il 2,6%, con 199.000 persone in cerca di lavoro, secondo il Segretariato di Stato dell’economia.

L’incremento è stato più evidente tra gli uomini e i cittadini non svizzeri. Da notare che in Svizzera, gli uomini vanno in pensione un anno dopo rispetto alle donne.

Disoccupazione dei frontalieri

Il governo francese aveva inizialmente proposto di ricalcolare i sussidi di disoccupazione dei frontalieri francesi che lavorano in Svizzera, basandosi su stipendi equivalenti in Francia. Questa misura avrebbe ridotto le indennità al 57% dello stipendio lordo, provocando una drastica riduzione del reddito.

Tuttavia, il progetto è stato ritirato poiché giudicato incostituzionale. Rimane aperto il dibattito sulla necessità di redistribuire gli oneri tra i paesi di lavoro e di residenza dei frontalieri.

A faire à Genève et environs ce week-end

Samedi, à partir de 9h et dimanche dès 9h30 se tiendra la 46 ème course de l’escalade. Les hauts savoyards n’y participeront pas volontiers puisqu’elle symbolise la victoire des genevois sur les savoyards, quoi qu’il s’agisse d’une légende et que de l’eau a passé sous les ponts.  Des coureurs de tous horizons, parmi lesquels de grands sportifs participeront pour l’occasion à cette course prestigieuse. Ce qui nous permet de rebondir sur les marmites de l’escalade, dont nous vous parlions la semaine précédente. La marmite en chocolat, aux armes de Genève se trouve dans la plupart des rayons des chocolatiers chaque fin d’année. La tradition : Un bon coup de marteau et à vos palais chocolatés.

Marchés de noël :

Noël au quai, toujours, au bord du lac de Genève, vous accueille dans une ambiance féérique. Le marché de noël du Mont Blanc dans la rue du même nom, distillera une même ambiance.

St Julien,et son marché de noël vous accueille avec une patinoire.

Festijeux, samedi et dimanche, de 11h à 18h, les plus petits pourront apprendre à faire la cuisine et confectionner des figurines en bois, au marché de noël, sur la place de l’hôtel de ville d’Annemasse.

Il est pour nous l’heure de nous quitter pour mieux nous retrouver dans notre prochaine analyse de la paire EUR CHF. Il y aura certainement beaucoup à dire. Toute l’équipe de la rédaction se joint à moi pour vous souhaiter un excellent week-end. Et n’oubliez pas de télécharger l’application si vous venez nous voir pour changer dans nos bureaux de change. Vous gagnerez au change.

X.C.

Colpo di freddo sull’EUR/CHF

Colpo di freddo sull’EUR/CHF

Pubblicato il 26 November 2024
Tempo di lettura < 13 min.

Ci eravamo lasciati con un cambio EUR/CHF che sembrava essersi stabilizzato intorno a 0,9400. Tuttavia, questo equilibrio è stato compromesso dal calo dell’euro nei confronti del dollaro, causato dalle elezioni americane. Sebbene l’“effetto Trump Trade” si sia attenuato sui mercati finanziari, il peso del biglietto verde grava ancora sull’euro, in particolare oggi, e di conseguenza anche sul tasso di cambio EUR/CHF. La Banca Nazionale Svizzera (BNS) permetterà che il cambio della propria valuta si discosti da quello dell’euro, rischiando così di impattare l’economia elvetica?

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